Sia che si scelga di coltivare cannabis indoor o si preferisca una coltivazione all’aperto, la produzione della cannabis , per dare i migliori risultati, richiede una padronanza delle tecniche di base sulla coltivazione.
Coltivare a casa? Ecco una guida per la coltivazione indoor della Cannabis
Coltivare cannabis in casa. Può essere un'esperienza appagante per un estimatore di marijuana ma solo se lo si fa nel modo giusto!
Innanzitutto, dobbiamo considerare il fatto che ci troviamo all'interno di uno spazio chiuso, quindi un ambiente di crescita creato artificialmente ad hoc.
In questo caso è necessario tenere conto delle condizioni ideali per garantire la crescita ottimale delle nostre piante. Umidità e temperatura sono condizioni importanti, ma occorre prestare molta attenzione anche all' illuminazione, alla ventilazione e all'estrazione dell'aria. In questa sezione ti forniamo consigli utili per iniziare la nostra coltivazione di cannabis indoor.
Tecniche indoor di coltivazione della cannabis
Quando si allestisce uno spazio di coltivazione indoor tra le prime cose a cui pensare c’è la scelta di quale tecnica si vuole utilizzare. Vediamo quali sono i tre metodi da poter utilizzare:
Coltivazione in terra
Coltivazione in idroponica
Coltivazione in aeroponica
Coltivazione in terra
Il metodo di coltivazione in terra è sicuramente quello più classico tra i tre e prevede, come si deduce dal titolo, l’utilizzo di terra come substrato per le radici della pianta. E’ probabilmente la tecnica più usata dai coltivatori alle prime armi e non solo, trovando ampio uso tra produttori di cannabis di livello hobbistico ma anche tra quelli commerciali.
Coltivare in terra, così come in altri substrati, offre dei vantaggi e degli svantaggi. Vediamo quali sono:
Vantaggi
Costi iniziali contenuti
Maggior margine d’errore
Svantaggi
Potenziale di resa minore rispetto agli altri metodi di coltura
Rischio di parassiti
Vantaggi
Coltivando in terra la lista della spesa si riduce notevolmente. Questo perché, rispetto agli altri due metodi, non servono attrezzature aggiuntive particolari ma solo vasi idonei e terra di buona qualità.
Le attrezzature richieste dalla coltivazione a terra
Le attrezzature indispensabili sono quelle tipiche della coltivazione indoor e non possono mai mancare: fonte di illuminazione adeguata alle esigenze, corretta ventilazione e ricambio d’aria, eventuali umidificatori e deumidificatori per abbassare o alzare l’umidità rispettivamente in vegetativa e fioritura.
L’utilizzo di attrezzi base è proprio quello che fa la differenza rispetto alla coltivazione in idroponica, come anche in aeroponica. In questi ultimi due casi occorrono attrezzature diverse e con conseguenti costi maggiori, ma di questo parleremo più avanti.
L’assorbimento delle sostanze nutritive
L’altro principale vantaggio consiste nel graduale assorbimento della soluzione nutritiva. Questa verrà prima a contatto con la terra e poi, progressivamente, assimilata dalla pianta; una condizione opposta a quella che si verifica nelle colture idroponiche ed aeroponiche, le cui radici sono a diretto contatto con la soluzione nutritiva. Questo significa che, nel momento in cui eccediamo con i nutrienti o irrighiamo utilizzando acqua con dei valori di pH non idonei, la terra ci farà da “cuscinetto”.
Pertanto, nel caso di eccesso di fertilizzanti, sulle nostre piante non avremo da subito una situazione estesa di bruciature dovute all’eccesso di sali presenti nei fertilizzanti ma vedremo un progressivo manifestarsi dei sintomi che ci darà tempo per intervenire e rimediare ai nostri errori.
In che maniera? Tramite un flushing delle radici (irrigare abbondantemente con acqua desalinizzata a pH controllato) che servirà ad eliminare l’eccessiva quantità di sali presenti nel substrato.
Discorso analogo avviene per il pH. Se utilizziamo una buona terra a pH controllato e non abbiamo possibilità di misurare ed eventualmente correggere il pH (o siamo troppo pigri per farlo), la terra ci darà una mano andando, in minima parte, a sopperire le nostre mancanze attraverso un bilanciamento dei valori di pH dell’acqua. Ciò nonostante consigliamo sempre di controllare i valori di pH dell’acqua e di correggerli (soprattutto se si discostano molto da quelli che sono i valori ideali per la coltivazione in terra ovvero un range compreso tra 6.0 e 7.0).
Svantaggi
Raccolto meno abbondante
Delle tre tecniche di coltivazione indoor, quella in terra è quella che, potenzialmente, ha meno possibilità di regalare un raccolto più abbondante. Come andremo ad analizzare nel dettaglio più avanti, le altre due tecniche di coltivazione offrono una potenziale resa maggiore, anche se è opinione comune tra i grower che la cannabis coltivata in terra abbia un sapore meno alterato e più naturale, specialmente se coltivata in biologico.
Rischio di parassiti
Un altro svantaggio che i coltivatori in terra possono incontrare è legato al rischio di parassiti. La maggior parte dei parassiti prolifica nella terra e se non si prendono le dovute accortezze c’è il rischio di ritrovarsi con l’area di coltivazione invasa da qualche ospite sgradito.
C’è da dire però che in un ambiente controllato, come può essere una grow box, questa possibilità diventa abbastanza facile da scongiurare proprio per il fatto che una coltivazione indoor ci permette di avere le nostre piante protette da eventuali insetti che potrebbero trovare dimora nel nostro substrato.
Basta infatti avere l’accortezza di pulire l’area di coltivazione disinfettandola per bene con acqua e candeggina. Una buona pulizia ad inizio ciclo e una appena inizia la fioritura solitamente basta a scongiurare eventuali problematiche sia legate ai parassiti che alle muffe. Se questo non bastasse si possono usare trappole cromotropiche, sistemi di filtraggio dell’aria in entrata o prodotti naturali come ad esempio l’olio di neem o la farina fossile per prevenire o stroncare sul nascere eventuali presenze sgradite nel nostro giardino indoor.
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